La solita merda all’italiana

Published by Lello on

Alla trasmissione televisiva in onda sul canale principale della televisione italiana, è stato invitato il figlio di Totò Riina, il più famoso boss della mafia italiana. Il cognome che è stato portato nelle case di milioni di italiani e le dichiarazioni rilasciate nel corso della pseudo-intervista fatta dal signor “porta-a-porta” a Riina jr. hanno gelato il sangue nelle vene di molti VERI italiani.

Inutile ricordare chi è (o meglio chi era) Totò Riina e quanto la sua ferocia sia stata intrisa del sangue di tante persone che cercavano di combatterlo in nome e a difesa del popolo ITALIANO; la tenacia di questa persone ci deve fare da esempio nella vita di tutti i giorni.

Ma di questi eroi (perchè tale devono essere considerate le persone che combattono per la libertà altrui) oggi se ne sta perdendo la memoria, mentre si sta innalzando alla (fatua) gloria una persona che per portare audit alla propria trasmissione ha il coraggio (e nessuna morale) di riproporre e mettere davanti a milioni di italiani il nome di Riina.

Solo in nome e per conto di biechi interessi economici, il signor “porta-a-porta”, un giornalista (???) la cui lascivia si perde nel tempo (la puntualità con cui escono i suoi libri accanto al politico di turno o prima di un exploit di questo calibro è da definirsi impressionante) è riuscito a portare nella sua trasmissione il figlio del mandante delle più famose mattanze italiane per il predominio della mafia contro lo stato di cui io sono cittadino.

Che il programma di questo imbonitore sia in crisi e che questo sia l’ennesimo exploit di far parlare di sè e tirare su l’audit, è un fatto appurato; che i mezzi con cui questa operazione è stata messa in atto sono semplicemente meschini e lontani anni luce dal diritto/dovere di cronaca a cui il conduttore si vorrebbe appellare, anche questo è un dato di fatto. Banalmente è stata un’operazione di basso livello per la promozione di un libro inutile, vergognoso e promosso peraltro dalla nostra tv pubblica.

Già in un sondaggio di qualche anno fa, alla domanda “Che cosa ne pensate del giornalismo di Porta a porta?”, il 67% degli intervistati ha risposto: “Va chiuso immediatamente per indecenza”; e forse è quello che molti si aspettano (finalmente) dopo l’ennesima caduta di stile della televisione pubblica, il cui programma “porta-a-porta” ha finalmente raggiunto lo stesso apice di cultura dell’isola dei famosi !!!

Ma la cosa che ritengo più assurda è come la RAI abbia potuto concedere l’autorizzazione a mandare in onda un programma in cui l’ospite principale fosse stato Riina. Personalmente, ritengo tale autorizzazione (di fatto una mancata vigilanza equivale ad una autorizzazione di fatto) inconcepibile ed ancora più grave del gesto del conduttore del programma. Mi chiedo come può una televisione pubblica, pagata con i soldi dei contribuenti italiani mandare in onda uno spettacolo basato sul ricordo delle morti che il nome di Riina porta a memoria? E come non può sempre tale televisione non dico sanzionare (le sanzioni sono solo palliativi per mettere a tacere i falsi perbenismi), ma continuare a tenere a libro paga una persona che per rimanere a galla nel mare dell’audience, promuove e benedice i libri dei mafiosi e ne decanta di costoro le virtù?

Se avessi avuto la possibilità di scegliere, da oggi non sarei più un abbonato RAI; ma si sa, il “canone” (se vogliamo chiamare in questo modo la tassa sulla televisione) serve anche per dare da mangiare a cani e porci. Anche il nostro beneamato presidente del consiglio ha trovato l’ennesimo stratagemma per allargare la base di “volontari” che pagano il canone: tassiamo i contatori elettrici, tanto chi ha un contatore ha anche una televisione, una televisione che permette di vedere il signor “porta-a-porta” mettere in cattedra il nome di Riina nell’aula italiana senza mai proferire nemmeno una parola di condanna per la mafia. Ma si sa, il signor “porta-a-porta” può permettersi questo ed altro dalla televisione pubblica italiana, considerando come è rimasto sulla cresta dell’onda da più di 40 anni lasciviando a destra e manca sulla cordata politica di turno.

Caro signor “porta-a-porta”, le voglio ricordare alcune persone che oggi non non hanno potuto seguire la sua trasmissione; spero che il loro ricordo le rivegli un parvenza di moralità che tutta l’Italia sta aspettando.

  • Tenente colonnello Giuseppe Russo, ufficiale e investigatore di punta dei carabinieri, ucciso dalla mafia il 30 Agosto del 1977
  • Michele Reina, segretario provinciale della DC a Palermo, ucciso il 9 marzo del 1979 per proteggere gli interessi di Vito Ciancimino
  • Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo, ucciso il 21 luglio 1979
  • Piersanti Mattarella (fratello del Presidente della Repubblica Italiana); ucciso dalla mafia il 6 gennaio del 1980
  • Pio La Torre, ucciso dalla mafia il 30 Aprile del 1982
  • Paolo Giaccone, medico ed amico di Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso l’11 agosto 1982
  • Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale dell’Arma dei Carabinieri e Prefetto di Palermo, ucciso con la moglie e un agente di scorta il 3 Settembre del 1982
  • Giangiacomo Ciaccio Montalto, magistrato italiano, ucciso dalla mafia il 25 gennaio 1983
  • Beppe Montana, commissario della squadra mobile di Palermo, ucciso dalla mafia il 28 luglio 1985
  • Ninni Cassarà, membro del pool antimafia della Procura di Palermo, fu ucciso dalla mafia il 6 Agosto del 1985 all’età di 38 anni.
  • Antonino Scopelliti, Magistrato, ucciso il 9 agosto 1991
  • Giovanni Falcone (magistrato del pool antimafia), la moglie Francesca Morvillo e la scorta (Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo), morti il 23 maggio 1992
  • Paolo Borsellino (magistrato del pool antimafia) e la sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina: uccisi dalla mafia il 19 luglio 1992

Questi eroi sono le persone che Riina ha barbaramente ucciso e che rappresentano la la mia storia, la storia di molte altre persone che credono che l’Italia può ancora essere un Paese in cui vivere e sperare. Lei, caro signor “porta-a-porta”, non fa parte di questa storia e non lo merita nemmeno, può tornare alle sue interviste alla Marini e ai suoi plastici che la fanno divertire tanto.

Caro signor “porta-a-porta”, non avendo la possibilità di avere un a palco televisivo su cui fare i miei turpiloqui (pagato con i soldi della brava gente), scrivo i miei pensieri in questo in questo blog dove chiunque può leggerle e commentarle.