OpenSUSE alternativa a CentOS?

Published by Lello on

Come comunicato da RedHat qualche mese addietro, CentOS cesserà la propria vita da “clone” di RHEL e verrà sostituita da CentOS Stream, fungendo da versione di sviluppo di RHEL; tutto questo entro la fine dell’anno.

Le aziende che utilizzano CentOS stanno cercando di capire in quale modo possano appoggiarsi ad una distribuzione affidabile e sicura (com’è la CentOS, con alle spalle una casa quale RedHat) per portare avanti lo sviluppo di applicazioni e progetti linux-based.

Molte aziende stanno cercando in questo periodo valide alternative rimanendo in ambito RedHat-clone.

Una soluzione potrebbe essere quella rappresentata da Oracle Linux, alternativa che a molti non piace, vista l’ingombrante presenza di Oracle alle spalle. Altre aziende stanno invece aspettando ulteriori fork della RedHat; ad esempio AlmaLinux di CloudLinux, piattaforma che dovrebbe vedere la luce entro qualche mese e che dovrebbe rappresentare una versione free della CentOS garantendo compatibilità al 100% con la RHEL 8 e successive. Analogo discorso per altri fork di cui si parla, quali Rocky Linux, distribuzione guidata da Gregory Kurtzer, co-founder del progetto CentOS.

Altre aziende stanno invece migrando verso soluzioni alternative: FreeBSD, Debian (e derivate quali Ubuntu), SLES (distribuzione della tedesca SUSE molto orientata al mercato Server, SAP e hybrid-cloud).

È di questi giorni una notizia molto importante per il mercato linux-server: OpenSUSE Leap diventerà il clone della distribuzione commerciale SLES (SUSE Linux Enterprise). La versione 15.3 beta, rilasciata la settimana scorsa, rappresenta il punto di partenza di questo nuovo progetto, destinato a candidarsi come valido sostituto alla CentOS.

In questo istante, OpenSUSE viene rilasciata in due versioni differenti:

  • Tumbleeweed
  • Leap

La versione Tumbleeweed di openSUSE rappresenta per la SUSE quello che Fedora rappresenta oggi per la RedHat: una piattaforma su cui effettuare i test di nuove feature da implementare (eventualmente) nella RHEL. Possiamo dunque considerare la versione Tumbleweed di OpenSUSE la piattaforma di test per la SLES, nonchè una valida piattaforma per il mondo Desktop utilizzata da migliaia di utenti (me compreso).

La versione Leap è invece una versione più stabile, con programmi di rilasci cadenziati, che rappresenta una vera e propria pre-release della SLES (soprattutto a livello di kernel).

In controtendenza con RedHat, la casa tedesca ha deciso di rendere compatibile al 100% a livello binario la openSUSE Leap con la SLES, rendendola dunque appetibile al mercato server, esattamente com’era fino a qualche mese addietro la CentOS con RHEL.

I vantaggi sono sicuramente molteplici: pensate ad esempio di creare un container ed eseguirlo indifferentemente sia su piattaforma openSUSE che SLES; allo stesso modo si potrebbe pensare di eseguire una pipeline (sia essa di test che di produzione) indifferentemente sulle 2 piattaforme.

Un ulteriore (indubbio) vantaggio è quello rappresentato dalle patch di sicurezza: nel momento in cui vengono rilasciate per SLES, saranno disponibili anche per OpenSUSE. Ricordo brevemente che nel caso di CentOS (e dunque anche per AlmaLinux & C.), quando RedHat rilasciava le patch, passavano circa 24h/72h affinché queste venissero implementate e rese disponibili per le distribuzioni clone.

L’opportunità di avere una versione di SUSE compatibile con SLES non è nata successivamente alla decisione di RedHat di terminare il supporto CentOS Linux per passare a CentOS Stream. Infatti, Gerald Pfeifer, CTO dell’area EMEA in SUSE, relativamente a questo argomento, ha affermato:

This is not a response to anything anyone else has been doing, but obviously it’s a great opportunity. I would invite people to actually have a look and see whether this is something that meets their use cases, that meets their needs, and then please be my guest and have a look.

With SUSE, you have YAST, which makes setup and managing a lot easier. When it comes to things like the kernel or the user interface, it’s not the same, but in my experience it’s not a huge transition to go from CentOS to openSUSE or SUSE Enterprise.

Questa non vuole essere una risposta a nulla di quanto fatto da qualcun altro ma ovviamente è una grande opportunità. Inviterei le persone a dare davvero un’occhiata per capire se questo sia un qualcosa di compatibile con i loro use case, con le loro necessità, fate pure e date uno sguardo.

Con SUSE c’è YAST, che facilita di molto il setup e la gestione. Quando parliamo di Kernel o di user interface, non è la stessa cosa, ma secondo la mia esperienza non è una grande transizione passare da CentOS ad openSUSE o SUSE Enterprise.

Quasi quasi …

LTM